Il punto sulle energie rinnovabili

Dal settore agricolo possono derivare grandi quantitativi di biomasse destinabili ad uso energetico, valorizzando determinati residui colturali che altrimenti costituirebbero solamente un onere per il loro trattamento e gestione.

I fattori di forza di tale risorsa risiedono principalmente nelle caratteristiche chimico-fisiche, nella consistenza in termini quantitativi, nella distribuzione, pressoché ubiquitaria e infine, cosa importante anche se ovvia, è che la loro produzione non va ad intaccare minimamente le superfici destinate ad uso alimentare da cui deriva.

Come ben noto il timore di un conflitto fra scelta alimentare o energetica (food vs energy) ha creato negli ultimi anni preoccupazioni e polemiche per le ripercussioni negative sul costo degli alimenti soprattutto in paesi deboli dal punto di vista economico.

Dal punto di vista ambientale è utile considerare l’attuale impiego dei residui prima di valutarne i benefici della destinazione energetica. I residui delle coltivazioni arboree attualmente vengono solo in minima parte recuperati ad uso legna da ardere, mentre per lo più sono trinciati ed interrati in loco o in alcuni casi allontanati dalla coltivazione e bruciati al fine di prevenire le fonti di inoculo di patogeni. Per questa tipologia di biomasse l’utilizzo energetico rappresenta quindi un beneficio sia agronomico, sia come risorsa rinnovabile di qualità.

Dell’Energia mondiale prodotta quotidianamente solo 106 GW derivano dall’utilizzo di biomassa, entro il 2025 supererà i 165 GW di capacità totale istallata. Gli analisti sono fiduciosi infatti che il mercato della biomassa possa godere in questo periodo di un tasso di crescita annuo composto del 4,4 per cento.

A mantenere costante lo sviluppo del settore sarebbero essenzialmente tre driver: gli ultimi progressi tecnologici (in termini di prestazioni e affidabilità), l’aumento della domanda d’energia globale e le preoccupazioni dettate dai cambiamenti climatici.

Europa e Stati Uniti continuano a dominare il mercato dell’energia da biomassa, con il Regno Unito detentore dell’impianto record – il Drax Biomass Power Plan – da 630MW di capacità. E’ probabile che la UE continui a mantenere un ruolo di primo piano anche nei prossimi anni grazie ad una serie di progetti lanciati per sostenere il settore su piccola scala. Un esempio? BioBase4SME, iniziativa che mira a sostenere lo sviluppo della bioeconomia nei paesi del nord Europa, tra cui Regno Unito, Francia e Germania.