Cosa sono le biomasse? Tre approcci utili per fare un po’di chiarezza

Navigando sul web si possono trovare diverse definizioni sull’argomento biomasse. Esse variano in complessità e chiarezza, al variare dell’esperienza, dell’approccio adottato e della conoscenza tecnica che si ha in questo campo.

Dal nostro punto di vista, i primi paragrafi del libro del Prof. Marco Fiala del Dipartimento di Ingegneria agraria dell’Università Studi di Milano “Energia da biomasse agricole: produzione e utilizzo”, offrono  un ottimo punto di partenza per trovare una definizione chiara e completa adatta ad ogni prospettiva per chi opera o si avvicina per la prima volta a questo settore. Vengono individuati  alla base tre approcci: il biologico, quello pratico e normativo.

L’approccio biologico identifica con il termine biomassa, tutti i numerosi materiali organici contenenti il carbonio.

I vegetali infatti attraverso il processo di fotosintesi trasformano l’energia solare in energia chimica che può essere immagazzinata all’interno delle  masse organiche ed essere sprigionata successivamente per il suo utilizzo. Ed è proprio durante il processo di fotosintesi che avviene la trasformazione dell’anidride carbonica (carbonio inorganico), in carbonio organico che si lega all’idrogeno ed ossigeno, all’interno delle molecole organiche delle piante. Sono le emissioni di anidride carbonica in eccesso insieme a quelle di altri gas a produrre l’effetto serra di cui tutti ormai parlano. Questo fa capire, quanto sia importante il mondo vegetale per la salvaguardia del nostro ambiente e la vita degli uomini ed animali.

L’approccio pratico alle biomasse ci offre invece l’opportunità di classificarle in base al settore di provenienza, in particolare riferendosi a quelle destinate alle trasformazioni energetiche.

Si possono raggruppare in questo caso le biomasse in base alla loro origine settoriale: forestale (legna e derivati); agricola, derivante da produzioni vegetali e animali (reflui zootecnici); industriale (scarti e residui agro-alimentari o industriali); urbana (FORSU ossia il materiale organico derivante dalla raccolta differenziata  e i residui della manutenzione del verde pubblico); diversa (alghe).  La scelta della tipologia di processi di conversione da adottare ovviamente dipende dalle caratteristiche e proprietà chimiche e fisiche delle biomasse e gli innumerevoli materiali utilizzati e prodotti da questi settori.

Il terzo approccio è infine quello normativo, fornito dall’Unione Europea nella Direttiva (2009/28/CE) sulle energie rinnovabili, in cui ha espresso fra i suoi obiettivi quello di riuscire ad ottenere il 20% della sua energia dalle fonti rinnovabili entro il 2020 per ridurre il più possibile le emissioni di gas serra.

Al suo interno possiamo sicuramente trovare una delle definizioni più esaustive di biomassa, insieme a quella dei combustibili che da essa ne derivano.

La biomassa è “la frazione biodegradabile dei prodotti, rifiuti e residui di origine biologica provenienti dall’agricoltura (comprendente sostanze vegetali e animali), dalla silvicoltura e dalle industrie connesse, comprese la pesca e l’acquacoltura, gli sfalci e le potature provenienti dal verde pubblico e privato, nonché la parte biodegradabile dei rifiuti industriali e urbani.”

Vengono distinti inoltre, i seguenti composti (art. 2), che possono utilizzati per il riscaldamento (settore Termico), per la produzione di energia elettrica (settore Elettrico) e i biocarburanti utili al trasporto (settore Trasporti):

  • bioliquidi: i“combustibili liquidi per scopi energetici diversi dal trasporto, compresi l’elettricità, il riscaldamento ed il raffreddamento, prodotti dalla biomassa”;
  • biocarburanti: i “carburanti liquidi o gassosi per i trasporti ricavati dalla biomassa”;
  • biometano: il “gas ottenuto a partire da fonti rinnovabili avente caratteristiche e condizioni di utilizzo corrispondenti a quelle del gas metano e idoneo alla immissione nella rete del gas naturale”.

A prescindere delle definizioni la cosa più importante da capire probabilmente è che le biomasse rappresentano una preziosa risorsa energetica alternativa.

Il loro utilizzo, fatto in modo efficiente e sostenibile, può realmente ridurre in modo significativo le emissioni di gas e dell’effetto serra. Basta pensare che il quantitativo di anidride carbonica che ne deriva dalla loro trasformazione per la produzione di energia controbilancia quello assorbito in precedenza. Nonostante questo, continua ad esserci ancora della diffidenza sullo sfruttamento di questa risorsa rinnovabile.